Un blog che racconta la mia esperienza con la Guillain Barrè e si rivolge a chi, pazienti e familiari, stiano vivendo o abbiano vissuto lo stesso incubo.
Si legge in senso inverso rispetto all'ordine in cui appaiono i post.

mercoledì 19 gennaio 2011

Giorni 5 e 6 - Intubata

La dottoressa, alla mia domanda esplicita, ho finito la terapia con le immunoglobuline, perché non vedo alcun miglioramento, anzi, mi sono paralizzata totalmente, mi rispose onestamente, la malattia deve ancora raggiungere il suo apice, e generalmente questo avviene in 2-3 settimane. Ero sempre più sconfortata. 
Ormai non muovevo più nemmeno le braccia e la respirazione si era fatta più difficile. I neurologi mi sottoposero ad una Elettromiografia, esame che serve a misurare i tempi di conduzione dell'impulso nervoso: maggiori i tempi, maggiori i danni alla mielina dei nervi, più difficili i movimenti.
Dall'espressione del viso del medico compresi che i miei tempi di latenza erano decisamente lunghi.
Inoltre, non potendo deglutire, ero costretta a sputare la mia saliva su cumuli di garze che gli infermieri mi mettevano sotto al collo per evitare di bagnarmi. La sera del primo giorno ebbi una crisi respiratoria, ma le infermiere mi posizionarono seduta sul letto e con un pò di tapping (lo chiamarono così) smisi di tossire.
In realtà, tossire non è proprio il termine adatto. Poiché infatti anche il mio diaframma cominciava a paralizzarsi, non ero più in grado di tossire e ogni più piccolo pizzicorio in gola si traduceva in disperati tentativi di espettorare, seguiti chiaramente dallo stato di agitazione che il non riuscirci mi causava.
Così quando la seconda sera in rianimazione fui scossa da un nuovo attacco della mia tosse senza tosse, le infermiere provarono di nuovo la manovra del giorno precedente, così come provarono a mettermi sdraiata, pancia sotto e busto fuori dal letto, battendomi a turno sulla schiena per aiutarmi ad espettorare. Ad un certo punto ricordo di aver provato un tale bruciore alla schiena che chiesi alle infermiere di smettere di battermi. Ma la tosse non passava e mi addormentarono. E mi intubarono.
Ricordo quando mi svegliai la mattina dopo e mi trovai collegata a questo lungo tubo di plastica verde. Sembrava un corrugato, uno di quei tubi che usano gli elettricisti per far passare i fili elettrici. Solo che dentro passava l'ossigeno che un ventilatore mi pompava direttamente nei bronchi.

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