Un blog che racconta la mia esperienza con la Guillain Barrè e si rivolge a chi, pazienti e familiari, stiano vivendo o abbiano vissuto lo stesso incubo.
Si legge in senso inverso rispetto all'ordine in cui appaiono i post.

martedì 18 gennaio 2011

Giorno 2

Quando mi svegliai la mattina del 20 luglio, dopo una cena in cui avevo bevuto più di un bicchiere di troppo, notai subito che le gambe erano pesanti e che entrambe le braccia mi formicolavano, ma attribuii tutto ai postumi di una notte brava. Non esagero mai con l'alcool (veramente non bevo quasi mai), ma la sera precedente, complice il caldo, l'atmosfera estiva romana e soprattutto il fatto che dovevo festeggiare il mio nuovo lavoro, contribuirono all'eccesso.
Col passare delle ore il formicolio, però, anziché diminuire, aumentava di intensità e così anche il senso di pesantezza alle gambe. Così, con la scusa di fare quattro chiacchiere, chiamai la mia migliore amica, fisioterapista neurologica, a cui, fra un gossip e l'altro, chiesi cosa avrebbe potuto causare i miei sintomi. Lei mi tranquillizzò, dicendo che si trattava senz'altro di un attacco di cervicale (chi non ne soffre?), probabilmente uno strascico di un piccolo tamponamento in macchina di cui ero rimasta vittima, accaduto mesi prima, che lei mi rimproverava di non avevo mai realmente curato con un ciclo di fisioterapia, nonostante me l'avesse più volte consigliato. Insomma, come si dice a Roma, mi cazziò.
Mi suggerì comunque di prendere un Muscoril, un Voltaren e di indossare il collarino ortopedico per qualche ora. Seguii il suo consiglio e spedii Daniele a comprare il necessario.
La sera però cominciai a sentirmi peggio, più stanca e più debole, ed anche la voce stava assumendo un timbro nasale, e anche se io credevo che quest'ultimo sintomo fosse più che altro una suggestione, Daniele cominciò a preoccuparsi e mi propose di accompagnarmi all'ospedale. Rifiutai. Lui la mattina successiva aveva la sveglia alle 0400 per andare a lavorare e non intendevo fargli passare la notte al pronto soccorso per quello che pensavo fosse poco più di una mia impressione.

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