Un blog che racconta la mia esperienza con la Guillain Barrè e si rivolge a chi, pazienti e familiari, stiano vivendo o abbiano vissuto lo stesso incubo.
Si legge in senso inverso rispetto all'ordine in cui appaiono i post.

sabato 22 gennaio 2011

La tracheotomia

Quando alla fine della prima settimana in cui ero intubata, la dottoressa mi disse che avrebbero dovuto "fare una prova" per vedere la mia autonomia nella respirazione, mi tornarono alla mente le puntate di ER, in cui, quando qualcuno veniva estubato, tossiva l'anima prima di tornare a respirare normalmente. Io avevo ancora ben presente nella mente quando, solo pochi giorni prima, non riuscivo a tossire e l'idea di morire mentre cercavo di tossire e respirare mi terrorizzava.
In più, mi avevano già spiegato che generalmente non è raccomandabile estubare e reintubare un paziente, perché aumenta il rischio di infezioni.
Una mattina semplicemente venne nella mia stanza e mi disse oggi ti estubiamo. Io ho cominciato a tossire prima ancora che mi toccassero.
Sono rimasta senza tubo mezz'ora, la maschera ad ossigeno sulla bocca e la mano della dottoressa nella mia. Alla fine, una bella iperventilata, una sana dose di curaro e fui reintubata.

Quasi una settimana dopo ero ormai fuori tempo massimo per il tubo che, a lungo andare può dare oltre alle infezioni, anche lesioni alla trachea. Così fissarono al 2 agosto la data in cui sarei stata tracheostomizzata.
I miei valutarono a lungo quell'ipotesi che i medici avevano proposto tempo prima e alla fine acconsentirono, firmando il modulo. Gli stessi medici dissero loro che, anche in caso avessero opposto un rifiuto, avrebbero proceduto comunque, vista la criticità delle mie condizioni.
Ricordo che nell'attimo prima in cui mi spararono in vena morfina e curaro per addormentarmi, tenevo la mano del mio infermiere preferito, lo sguardo atterrito e la lacrima che scendeva.

So che mia madre volle entrare nella mia stanza nonostante i medici le avessero detto che ero ancora sotto l'effetto dell'anestesia e che ne uscì piangendo poco dopo. Non aveva resistito alla visione della figlia con le palpebre leggermente aperte ed i globi rivoltati all'indietro.

Quando mi svegliai, nonostante tutte le paure antecedenti l'operazione, mi resi da subito conto che la tracheostomia fosse meno fastidiosa del tubo. Non era affatto dolorosa come mi sarei aspettata, anzi. In realtà sentivo soltanto un lieve pizzicorio in gola.

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